Albero Pincherle, Moravia come pseudonimo, nacque a Roma nel 1907 in una famiglia borghese medio-alta. Dall’infanzia una forma di tubercolosi ossea lo obbligò ad abbandonare gli studi e a subire lunghi periodi di ricovero. Forse proprio questo creò in lui una precoce maturità intellettuale e lo mise in una condizione di osservatore distanziato dalla realtà storico-sociale. Moravia fu immerso in una condizione di malattia “lucida” che gli permise di cogliere la malattia “inconsapevole” della borghesia. Nel 1929 scrisse il romanzo Gli Indifferenti, una spietata analisi del vuoto e della degradazione morale della borghesia. Moravia ha esplorato nelle sue opere i temi della sessualità moderna, dell'alienazione sociale e dell'esistenzialismo. Nel romanzo Gli indifferenti, la storia, ambientata in una Roma provinciale, ruota attorno ad una tipica famiglia borghese. I fratelli Carla e Michele Ardengo sono due giovani incapaci di provare veri sentimenti, in balia della noia e dell'indifferenza di fronte al declino sociale ed economico della loro famiglia. Mariagrazia, la madre rimasta vedova, trascorre una vita abitudinaria e legata ai clichés morali della borghesia, in uno stato di inconsapevolezza. I temi sono la passione civile e la curiosità culturale, che hanno accompagnato Moravia per tutta la sua attività letteraria, lo rende scrittore impegnato sempre teso verso la razionalità. L'opera di Moravia è legata al realismo ed egli indaga le patologie delle classi sociali, specialmente dell'alta e della media borghesia. Moravia riesce a distaccarsi dalla sua materia in modo lucido e a descrivere in modo minuziosamente oggettivo le varie realtà, come nella migliore tradizione della narrativa verista, senza lasciarsi tentare da alcuna compiacenza narrativa sempre tesa a ricreare i caratteri e soprattutto gli stati d'animo. Lo stile della sua prosa è spoglio e disadorno, le parole volutamente povere e comuni per concentrarsi sulla costruzione del periodo con una sintassi elaborata. Ogni proposizione della sua prosa corrisponde a singole osservazioni psicologiche che s'incastrano in un montaggio perfetto fino ad affermare uno stato d'animo particolare. Il suo è uno stile esclusivamente da narratore che non si compiace di effetti lirici ma si affida esclusivamente allo svolgersi del periodo. Nelle opere più tarde la sua prosa diventa sempre più scarna legata ad una struttura dialogica che rende più evidente il monologo interiore come è tipico della grande narrativa del novecento. I rapporti tra l'individuo e la società, tra l'es e il super-io vengono analizzati attraverso il tema del sesso secondo una tematica freudiana e marxista che segue le ideologie della trasgressione sia nella sfera politica, sia in quella privata. Il romanzo ebbe successo, ma venne bloccato dalla censura fascista che vi lesse una critica al regime. Gli ambienti cattolici e fascisti non poterono riconoscersi in un romanzo che, dietro la rispettabilità della famiglia e della borghesia, rivelò una corruzione morale e sessuale. Durante gli anni Trenta Moravia entrò in contatto col pensiero di Marx e Freud. Freud cancellò il velo di “innocenza” dalla famiglia, svelandone la trama di pulsioni sessuali inconsce. Marx svelò la trama di interessi economici che sorregge la società. Il tema individuato con Gli Indifferenti divenne il nucleo della sua narrativa. Il tema della crisi e della critica dell’anima borghese è narrato in Agostino attraverso la “formazione” di un adolescente tredicenne di buona famiglia che si affaccia alla vita attraverso due scoperte: la divisione in classi della società e la sessualità. La prima rivela la difficoltà di stare al mondo in una realtà sociale di classe; la seconda cancella l’innocenza dei rapporti familiari attraverso il manifestarsi di impulsi sessuali nel rapporto madre-figlio. Agostino scopre entrambe le cose e si sente a disagio: è affascinato dalla vitalità dei popolani, ma non riesce ad identificarsi né in loro né nella classe borghese di provenienza; avverte il sorgere di un impulso sessuale verso la madre, ma percepisce l’errore di questo desiderio. Agostino è un personaggio in sospeso, che forse rispecchia la condizione in cui si sentiva l’autore, critico, eppure interno all’anima borghese. Finita la guerra e crollato il fascismo, nel mondo della cultura si avvertì il “vento del Nord”, cioè una spinta al rinnovamento. Moravia avvertì questo mutamento e si avvicinò al Neorealismo. Moravia pose nei soggetti popolani il vuoto che avvertì nella sua borghesia, notando in questi personaggi una carica vitale maggiore, ma inutile. Infatti anche loro erano spinti da pulsioni sessuali e desiderio di ricchezza, ma senza ipocrisia e in maniera naturale. Negli anni Sessanta Moravia venne a contatto con le tematiche esistenzialistiche che rilesse all’interno della sua monotonia tematica; ne scaturì un’ulteriore variante degli Indifferenti: la noia. Nel 1971 pubblicò Io e lui, mettendo a fuoco, in forma quasi di fissazione nevrotica, il tema del sesso. Morì a Roma nel 1990.